Scarpa soffione


Ha un peso leggero e riesce a pesare meno sulle cose: è anche silenziosa!

Il gigante nei tre mondi  

C’era una volta il gigante Leo-Sofi, che era metà femmina e metà maschio.

Viveva in una casa alta alta alta: alta fino al cielo! No, anzi, fino alla luna!

La parte Sofi fa la dottoressa e la parte Leo fa il pescatore: Sofi ha la scarpa bianca con una crocetta rossa sopra, Leo ha lo stivale blu con disegnato sopra un pesciolino arancione. Corre molto piano, perché è molto pesante e deve stare attento se no cade giù e pesta tutti gli altri, li schiaccia come frittelle e non si riesce più ad alzare.

Succede che la giornata va bene, ma poi va un po’ male, perché il gigante raggiunge la spiaggia e si tuffa per fare un bagno e incontra uno squalo più grande di lui. Lo squalo se lo mangia, lo mangia tutto intero! Ma il gigante è troppo grande e se lo vomita nel mare.

Allora lui nuota, nuota e una corrente lo trascina fino al villaggio dove vivono le tartarughe,  ma ha paura di schiacciarle. Lui si mette le scarpe leggere che lo fanno diventare leggero leggero, perché sono magiche e così non rischia di rompere il guscio delle tartarughe. Saluta le tartarughe poi continua il suo viaggio e arriva su una spiaggia…

È in un altro Paese: è un Paese di leoni! Ci sono tanti leoni e lui gli chiede «Per favore, mi potete portare a casa?» ma loro non lo capiscono. Allora il gigante fa il gesto dell’amicizia e si danno la mano. I leoni con un ruggito piccolo gli chiedono «Come ti chiami?» che serve a capire se è di un altro Paese, perché il gigante è un umano e il leone è animale.

Quindi capiscono che non è un leone e lo portano nel Paese dei giganti dove tutti i giganti sono senza scarpe e calze: sono scalzi! Il gigante Sofi-Leo aveva le scarpe, ma quando arrivò gli chiese «Perché voi non avete le scarpe?»                                      

«Perché non abbiamo paura delle spine!» allora anche il gigante in segno di amicizia si toglie le scarpe.

Poi gli dicono «Buongiorno» «Benvenuto» «Come ti chiami?» e lui gli dice il suo nome, perché così imparano a conoscerlo e gli chiedono se possono giocare con lui.

Un gigante gli chiede «Vuoi essere mio amico?» e lui risponde «Sì!» e fanno l’amicizia e si dicono delle cose belle come «Ti voglio bene» e «Sei amico del mio cuore».

 

Bambine e bambini dai 3 ai 5 anni della Scuola dell'infanzia comunale XXV aprile

 

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